Lunedì 6 Giugno 2022 si è svolto un importante webinar congiunto AIS Salute e Medicina e SIMEN (Società Italiana di Medicina Narrativa) sul tema dei ‘Corpi Narranti’. L’iniziativa ha ospitato l’intervento di Arthur Frank, professore emerito di Sociologia all’Università di Calgary, autore di numerosi saggi e articoli sui vissuti di malattia e sulle narrazioni di malattia, del quale è stato da poco tradotto in italiano, da Christian Delorenzo, uno dei libri più noti ‘Il narratore ferito’ (Einaudi 2022).
Nel suo intervento, il professore Frank ha ripercorso lo sviluppo della sua ricerca, a partire dalle questioni sollevate ne ‘Il narratore ferito’ – a proposito del corpo, dell’etica narrativa, dei modi di vivere e raccontare la propria esperienza di malattia – per arrivare al suo progetto più recente sulla figura complementare al ‘narratore ferito’ ossia il ‘lettore vulnerabile’. Se ‘Il narratore ferito’ muoveva dal quesito «cosa serve alle persone che affrontano le difficoltà della malattia per ‘rimanere disponibili’ a se stesse?», cui dava risposta nella possibilità del corpo di raccontarsi, di farsi testimonianza e di comunicarsi agli altri – il lavoro più recente si interroga su che cosa serva ai narratori feriti per raccontare storie più efficaci nel rendere le proprie esperienze disponibili a sé e agli altri che ne sono testimoni, partendo dall’assunto che «le storie nascono sempre da altre storie».
L’intervento del professor Frank è stato seguito da una interessante tavola rotonda multidisciplinare in cui uno psicologo sociale, il professor Enrico Pozzi, una sociologa, la professoressa Rossella Ghigi e un antropologo, il professor Giovanni Pizza, hanno reagito criticamente alla riflessione del professor Frank, sottolineando nei loro interventi le questioni lasciate in qualche modo aperte dal suo lavoro seminale come: il rapporto tra il particolare e l’universale, la complessità del ‘noi’ della prospettiva dialogica cui lo stesso Frank si rifà ma anche la possibilità di un corpo collettivo caro alla prospettiva femminista, il peso della storia e delle condizioni sociali entri cui avviene (o non avviene) l’incontro dei corpi, le diversità di genere dei corpi (e delle possibilità comunicative di quei corpi), i nuovi registri linguistici del corpo. Come commentato dal Professor Guido Giarelli in chiusura, è stata un’occasione preziosa per iniziare a intessere un dialogo interdisciplinare tra coloro che si occupano di narrazioni in medicina.